Voglio portare all'attenzione di voi lettori un articolo del
direttore dell'istituto di studi orientali di Tirana Ermal Bega. Questo è un
articolo che circa un anno fa avevo letto con molta curiosità sul blog del direttore appunto e
mi ricordo di averlo pubblicato immediatamente sulla mia pagina Facebook. Spulciando nelle
note del mio profilo Facebook ho riletto questo articolo dopo tanto tempo e
rileggendolo non ho potuto fare a meno di notare che oggi più che mai l'analisi
che viene linearmente condotta dall'autore sul rapporto fra l'islam e la
società albanese è ancora attuale.
Ermal Bega, Direttore dell’Istituto di Studi Orientali a Tirana, racconta approfonditamente, in questo testo, la recente storia dell’Albania, dei suoi regnanti e governanti, e di come, nell'arco di un secolo, l’Islam, la religione cui appartiene l’80% della popolazione albanese, sia stato demolito e strumentalizzato, prima con l’avvento del regime comunista ateo e materialista e poi, con l’avvento della democrazia, da parte di uomini politici più o meno loschi e immorali che non avrebbero rispettato il volere della popolazione di fede musulmana. L’auspicio è che l’Islam torni ad occupare un posto preponderante per la società albanese, come accadeva originariamente, senza dover scendere a patti o compromessi di vario genere per dichiarare e manifestare il proprio culto.
Ermal Bega, Direttore dell’Istituto di Studi Orientali a Tirana, racconta approfonditamente, in questo testo, la recente storia dell’Albania, dei suoi regnanti e governanti, e di come, nell'arco di un secolo, l’Islam, la religione cui appartiene l’80% della popolazione albanese, sia stato demolito e strumentalizzato, prima con l’avvento del regime comunista ateo e materialista e poi, con l’avvento della democrazia, da parte di uomini politici più o meno loschi e immorali che non avrebbero rispettato il volere della popolazione di fede musulmana. L’auspicio è che l’Islam torni ad occupare un posto preponderante per la società albanese, come accadeva originariamente, senza dover scendere a patti o compromessi di vario genere per dichiarare e manifestare il proprio culto.
"L’Albania, o meglio dire “l’Albania dell’anno 1912” (anno in
cui essa venne divisa in quattro parti, tre delle quali furono “regalate” agli
stati limitrofi ad essa), è uno dei paesi con il maggior numero di popolazione
mussulmana in Europa (più del 80% della popolazione). Qualora calcolassimo gli
indici percentuali della popolazione musulmana su tutto il territorio etnico
Albanese, vedremmo che la suddetta si sposterebbe fino ad arrivare alla cifra
del 98%. Evidentemente questa fu la ragione principale per la quale nella
“Conferenza degli Ambasciatori” a Londra nel lontano 1913, vennero stabiliti i
confini politici dell’Albania come gli vediamo oggi. Questa fu la maniera più
facile per dividere e dominare queste terre con la maggioranza assoluta di
abitanti musulmani in un territorio Europeo. E così avvenne. Le potenze
straniere ci divisero, ci misero in conflitto, ci lasciarono in uno stato di
povertà assoluta imponendoci tutto quello che dovevamo fare mettendo le loro
pedine al governo a fare solo e soltanto i loro interessi. Così, questi
musulmani poveri economicamente ed indifesi di fronte a tale dominio vennero
messi al loro servizio. Tale strategia non fu eseguita soltanto nelle terre
albanesi, bensì anche nel allora debole Impero Ottomano e nei territori arabi i
quali vennero divisi in quasi venti stati con governi diversi tra loro.
Ma ritorniamo al nostro discorso che tratta le ragioni e i
metodi usati per la disintegrazione della nostra identità musulmana albanese. A
cominciare dal ex primo ministro albanese Fatos Nano il quale in un incontro
organizzato dal Consiglio del Europa disse che l’Albania non può più essere
identificata come un paese con maggioranza della popolazione mussulmana, [anche
se la percentuale dei musulmani in questo paese è altissima (80%)] perché tra
questi fedeli dell’Islam in Albania, solo una piccola percentuale tra di loro è
praticante, l’altra parte di religioso ha solo il nome… D’altro canto egli non
ebbe tutti i torti. Provenendo quest’affermazione da colui che dirigeva il
governo Albanese ed il partito Socialista (PS) non stupisce il fatto che egli
stesso e la maggior parte dei membri di questo partito sono della fede
cristiano- ortodossa (molti dei quali non sono nemmeno di origini albanesi
bensì sono greci, vlach, rumeni, slavi ed anche ebrei ecc.). In questa sede non
si ha l’intenzione di menzionare nomi in particolare, perché questo elemento si
può intravedere in modo chiaro dalla loro religione, i loro nomi e cognomi i
quali non hanno la provenienza né Albanese né musulmana. Vale la pena accennare
ad un fatto molto rilevante in merito: per gli albanesi era d’uso comune allo
scopo di farsi distinguere dai loro vicini limitrofi, usare nomi e cognomi di
origine musulmana (in questa sede si prende in considerazione anche qualche
famiglia ebrea la quale per far perdere le tracce della loro origine si sarebbe
“islamizzata”). Un esempio molto rilevante a questo proposito fù l’ex dittatore
e capo del Partito Comunista in Albania (dal 1941-1985) Enver Hoxha. Egli,
radunò vicino a sé le persone più note della fede ortodossa cristiana (più del
50% dell’ufficio politico del Partito Popolare di Albania era ortodossa di
origine non albanese) e li mise a capo delle più importanti istituzioni
dell’istruzione, dell’arte, della politica, della cultura ecc.
Abbiamo estratto delle parti molto importanti a questo
proposito da due libri di autori arabi, i quali hanno trattato in modo
esauriente le caratteristiche del regime di Enver Hoxha, nei quali si legge:
”Sadik Premte, uno dei dirigenti dell'opposizione fuori dall’Albania, afferma
che Hoxha proviene da una famiglia ebrea molto nota a Tirana. Suo nonno divenne
musulmano nel secolo XIX per raggiungere i suoi scopi personali, praticando
allo stesso tempo anche la propria religione ebraica, lo stesso fecero anche i
suoi discendenti. Continuando le sue affermazioni Sadik Premte racconta che il
padre di Enver Hoxha si occupava di riba’a (“l’interesse” vietato dal Islam),
per via delle sue ricchezze, esso aveva stretti contatti con il palazzo reale
nel periodo tra le due guerre mondiali. All’epoca, Enver Hoxha, fu mandato a
studiare a Parigi grazie ai favori del Re dell’Albania, però è noto che i suoi
studi furono pessimi e venne bocciato fin dal primo anno di studi, così fece
ritorno in Albania. All’inizio della seconda guerra mondiale, Enver Hoxha
strinse relazioni sospette con le autorità serbe”. (Muhammad Hanifa “L’Islam e i
musulmani nei Balcani”, pagina 389-390). Invece da un altro libro traiamo le
seguenti righe: “…è stato confermato da molte fonti sicure che Enver Hoxha, il
Capo di Stato dell’Albania Comunista faceva parte del gruppo degli ebrei. I
suoi rivali hanno provato che esso era sionista e Donmi (Dönme), molte delle
prove derivano dal fatto che esso fece guerra a tutte le religioni (sopratutto
all’Islam) allo stesso tempo mostrava una premura particolare nei confronti
degli ebrei” (Fondatore di questo gruppo era Sepetai Zevi nato a Izmir nel
1623, il quale si era convertito al Islam solo in apparenza ma in privato
praticava la fede ebraica, pagina 5. Riguardo a questi elementi sopraggiunti
dagli studiosi arabi, decisi di indagare di persona domandando ai vecchi imam albanesi
della città natale di Enver Hoxha, Argirocastra. Chiedendo a uno dei vecchi
custodi di una delle moschee di Tirana riguardo alle origini di Enver Hoxha lui
ci rispose che: “Per quanto riguarda suo padre, la sua era una delle famiglie
più buone e generose di tutta Argirocastra, invece Enver Hoxha lui già da
piccolo mostrava segni di misantropia. Lo conoscevano tutti già da piccolo
perché litigava sempre con chiunque”. Intanto noi chiedemmo informazioni
riguardo al nonno di Enver Hoxha, e lui rispose che: “Era quasi impossibile
reperire dati su di lui per via del fatto che Enver Hoxha una volta al potere
sterminò chiunque sapesse qualcosa riguardo alle origini della sua famiglia”. E
noi ci chiediamo: “Ma perché mai una persona ordina lo sterminio di chiunque
sapesse qualcosa riguardo alle sue origini?” Alla luce di queste rivelazioni,
la risposta sembra evidente: “Lo fece per nascondere l’ipocrisia della sua
famiglia, sopratutto di suo nonno il quale era un ebreo venuto dalla Turchia
(l’allora Impero Ottomano) con la pretesa di essersi convertito al Islam
cambiando il nome e le attitudini pubbliche. Era evidente che il loro vero
scopo era quello della politica anti-islamica in Albania (cosi come in tutto il
mondo islamico) e la distruzione dei musulmani albanesi psicologicamente e
fisicamente cosa che successe anche nel Impero Ottomano ed nei altri paesi
arabi.
Il ventesimo secolo, può essere considerato anche come il
secolo del “trionfo” degli ebrei nel mondo, così come in Albania.
In un certo senso si può affermare che anche Ahmet Zogu fu
contro la religione Islamica, ma lui ebbe altri motivi che non ha usati in modo
volgare come fece Enver Hoxha il quale affermò apertamente il suo odio nei
confronti del Islam e dei musulmani in Albania…
Con l’avvento della democrazia, l’Albania fu liberata dal
ateismo comunista cosicché finalmente vennero aperte di nuovo le moschee e le
chiese e gli albanesi potettero riavere di nuovo la libertà di culto.
Sali Berisha, il primo capo di stato del Albania pluralista,
sapendo che la maggior parte degli albanesi era musulmana (compreso lui),
decise che il nostro paese doveva fare parte della Conferenza Islamica cosi
come delle altre organizzazioni europee ed internazionali. Non si può negare
che questo fu un traguardo molto importante per i musulmani albanesi. Con essa
si poteva chiedere maggior aiuto dall’Organizzazione per ravvivare la
tradizione dell’Islam in Albania cosi come era ancor prima dell’avvento del
comunismo e della sua guerra alle religioni. Purtroppo, questo evento durò
poco, perché appena nel 1997 con l’arrivo al potere dei nuovi “Comunisti” cioè
del partito socialista sotto il comando di Fatos Nano, si impegnarono a
ritirarsi dalla Conferenza Islamica, il che fu una disgrazia per la comunità
musulmana albanese in generale.
Purtroppo, le politiche nel nostro paese cambiano a seconda
del partito al potere, ed oggi colui che all’ epoca lottò per far entrare
l’Albania tra i paesi della Conferenza Islamica, il capo del governo attuale
albanese Sali Berisha, ha cambiato totalmente idea pronunciandosi contro ogni
adesione futura dell’Albania nella Conferenza Islamica.
In questa sede non si può non menzionare una delle maniere
più frequenti ed diffuse per indebolire e distruggere l’islam in Albania, cioè
quella dei missionari. I missionari, venuti in tantissimi da tutto il mondo, si
avventarono su tutta la popolazione di maggioranza musulmana. Principalmente e
di maggior rilevanza nel inserimento capillare al interno della popolazione,
furono le diverse sette religiose cristiane (i battisti, i protestanti ecc.) e
quelle ebraiche.
Questi missionari sono venuti con l’idea sbagliata convinti
che essendo – il nostro popolo – reduce da un regime ateo-comunista, le nostre
anime potessero essere facilmente “comprate” in cambio di cibo e soldi
convertendoci così nella loro religione. Ahimè non sono stati pochi coloro che
accettarono questo losco compromesso perdendo così la dignità umana e l’onore
dell’Islam. Essi continuano a perseguire i loro scopi noti e ignoti (celati o
nascosti) coltivando quello che vogliono nella nostra terra reduce dall'Islam.
Però noi siamo convinti che l’Islam tornerà ben più florido e consapevole di
prima…
Non a caso abbiamo lasciato per ultimo nella nostra
discussione uno dei fenomeni attuali più dannosi ed efficaci al giorno d’oggi
usato proprio come arma contro i musulmani e l’islam: “i media”. L’impatto che
essi hanno avuto nell'Albania post-comunista ha fatto sì che nei musulmani si
verificasse una confusione collettiva. Essi, essendo diventati monopoli dei
non-musulmani offrono un prodotto culturale molto diverso dai precetti
dell’Islam, confondendo così la gente comune che ancora preserva un normale
senso dell’etica religiosa. In un paese che non è stato pronto ad accogliere la
cultura televisiva estranea dalla loro con valori alieni al senso comune del
pudore e della normalità (menzioniamo qui due delle TV principali Albanesi sono
controllate a loro volta dai colossi mediatici Greci e Italiani). Cosicché si è
formata anche da noi, una cultura della “tv spazzatura” con la sola differenza
che da noi non si riesce a distinguere la finzione dalla realtà, purtroppo…
Una delle poche certezze che cova nei cuori dei musulmani, è
il fatto che l’Islam, la religione della pace ritornerà a illuminare i cuori di
un popolo che da secoli ha cullato i suoi figli con l’amore per l’Islam.
Cinquanta anni di comunismo non possono tagliare un tronco dalle radici così
robuste. Allora, anche la gente delle altre religioni tornerà a vivere una vita
serena e di vera pace!"
(Tofik Feedom)
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