La
lingua albanese è la lingua più antica dell’Europa. Essa deriva
dalla lingua illirica e da quella tracio – frigia (che è della
stessa famiglia della lingua etrusca), lingua ereditaria della
antichissima lingua pelasgica, sulla quale i Greci costruirono la
loro lingua: il greco antico. Da questa lingua derivano la lingua
ionica e quella arcadico – cipriota. La lingua albanese è un ramo
completamente separato da quelle che si chiamano lingue indoeuropee,
e non deriva da nessun’altra lingua conosciuta. Noi oggi non
abbiamo tracce della lingua degli Illiri antichi, se non solo alcune
epigrafi rare (trascrizioni fonetiche della lingua illirica tramite
le lettere greche e, successivamente, le lettere latine) che sono
composte da nomi propri e toponimi tipici illiri. In verità i
principi Illiri usavano la lingua greca e poi quella latina nelle
relazioni con il mondo esterno, e nel frattempo il popolo parlava la
propria lingua. Proprio questa lingua è una eredità enorme che i
pelasgo-illiri lasciarono ai loro discendenti. Un monumento vivente,
Z. Majani, a proposito di questo dice:
“La
lingua albanese è una lingua meravigliosa dove certe volte basta
abbassarsi per terra per trovare pepite d’oro… filologiche. In
questa lingua certe volte senza la minima fatica scopriamo parole
arcadiche che sono contemporanee con l’Iliade o Numa
Pompilius.
Gli
Illiri erano una popolazione autoctona. Essi hanno continuato a
sviluppare la cultura e i costumi tramandati dagli antichi Pelasgi.
Oggi questa cultura e questi costumi li troviamo nei diretti
discendenti degli Illiri: gli Albanesi.
Anche
se non si trovano tracce scritte della lingua albanese prima del XIV
secolo, è irrefutabile il pensiero che gli odierni Albanesi parlino
la stessa lingua dei loro bisnonni, indipendentemente dall’evoluzione
naturale che una lingua subisce. I primi filologi del XIX secolo come
Xylander, Ramus, Shlaicer, e soprattutto Franz Bopp, hanno dimostrato
che la lingua albanese è chiaramente una lingua indoeuropea, però
non ha affinità chiare con nessun’altra lingua conosciuta.
Vari
filologi e studiosi, collocano la lingua albanese nel gruppo
indoeuropeo del Nord Europa a causa dello sviluppo strutturale. Nelle
lingue indoeuropee del Nord Europa, la lettera o corta è
stata cambiata in a, invece nel gruppo indoeuropeo del Sud
Europa è stata conservata la lettera o. Ecco perché gli
studiosi collocano nel gruppo del Nord la lingua albanese.
Ecco
un esempio chiaro; la parola natë -“notte” in lingua
albanese, nacht (tedesco), naktus (lituano) per le
lingue del gruppo del Nord Europa, ed ancora nox, noctis (latino),
nuktos (greco) per le lingue indoeuropee del gruppo del Sud
Europa. I rapporti della lingua albanese con le lingue del gruppo del
Nord Europa sono stati oggetto di studio di molti filologi, fra i
quali Pedersen Holger e il famoso albanologo Norbert Jokl. I rapporti
della lingua albanese con il gruppo del Nord sembrano normali perché
è noto che le regioni dell'alto e medio Danubio sono state la culla
dei pelasgo – illiri, o per lo meno una delle tappe della loro
emigrazione dall’Atlantico fino al Mar Nero (Caucaso).
John
Geipel fra tanti autori moderni nel suo libro “Anthropologie de
l'Europe, histoire ethnique et linguistique” scrive delle
verità incontrovertibili:
"Nonostante
gli attacchi, gli Albanesi sono rimasti isolati nelle loro montagne e
non hanno quasi sentito l’impatto con gli invasori, anche se un
certo numero di parole greche, latine, slave e turche sono rimaste
nella loro lingua. L’invasione slava nei Balcani durante il VI
secolo d.C. ha portato alla scomparsa dei dialetti albanesi nelle
regioni della Bosnia e Montenegro, ma a dire la verità la lingua
slava non riuscì mai a mettere radici in Albania. Nella lingua
albanese troviamo la struttura di un certo numero di parole
tracio-frigie, lingua quest’ultima che si è estinta nei Balcani.”
Ecco
cosa scrive Norbert Jokl;
"In
ogni aspetto si osserva che le lingue del patrimonio linguistico,
successive alle lingue antiche dei Balcani, come la lingua illirica e
la lingua tracia, sono strettamente legate alla lingua albanese”.
Il
linguista Meje nel suo libro “Le lingue indoeuropee” non
ha potuto determinare la vera origine dei Pelasgi e neanche della
loro lingua .Così non ha potuto stabilire la connessione
della lingua pelasgica con la lingua illirica e tanto meno con
l'albanese, ma ha rilasciato alcune verità sorprendenti:
“Gli
Illiri
hanno
svolto un ruolo molto importante, ma ancora mal definito, nel centro
d'Europa e hanno agito in varie direzioni: verso il mondo germanico,
con
il quale
i
rapporti e gli scambi sono stati intensi;
in
Italia dove si trovavano molte tribù illiriche (è stato anche
ipotizzato che il popolo Umbro fosse un ramo illirico); queste tribù
illiriche devono essersi spostate anche nel Sud dei Balcani dove
tanti toponimi ci indicano una colonizzazione illirica coperta in
seguito dalla colonizzazione ellenica. Anche i Filistei, i quali
fondarono la Palestina, si devono considerare di origine illirica. La
radice di molte parole e alcuni nomi sono illirici”.
Tuttavia
rimane oscura la questione della lingua dei Pelasgi:
“le
regioni che i Greci occuparono erano abitate prima del loro arrivo da
una popolazione di razza sconosciuta, che parlava una lingua
sconosciuta e che conosciamo solo
sotto
i nomi di Pelasgi, Lelegi, Cari ecc. Secondo i toponimi arrivati a
noi, questi popoli parlavano una lingua non indoeuropea. Secondo gli
scrittori antichi la lingua pelasgica (nome non molto chiaro che
sembra essere stato usato per lingue pre-ellene diverse) era ancora
in uso nel V secolo a.C. sulla costa della Tracia, nella Propontide
meridionale,
e in alcune isole come Imbro, Lemno, Samothrake fino in Creta”.
Infine
ecco un altro paragrafo tratto da uno studio proposto dallo studioso
e filologo Zaharia Majani sugli Etruschi e le tribù della stessa
stirpe Tracio-Illiriche:
“Erodoto,
secondo una diffusa tradizione, considerava l’Anatolia come il
punto di partenza degli Etruschi per l’Italia. Verso il 1300 a.C.
questa regione dell’Anatolia era popolata dagli
Illiri
e dai Traci venuti dai Balcani. Cosi i Macedoni diventarono Frigi in
Anatolia. I Dardani balcanici si sono trasferiti in Troade. Essi
parlavano dialetti illirici , una lingua indoeuropea unica, né greca
e né latina. Ecco perché i latinisti e gli ellenisti non hanno
potuto fino ad oggi interpretare la lingua degli etruschi. Essi
cercavano la chiave interpretativa in queste due lingue classiche; ma
questa chiave si trova da un'altra parte. Solo la lingua illirica ci
permette di avvicinarci all'interpretazione della lingua etrusca. In
fine la nostra fonte principale rimane la lingua albanese, l’unica
lingua balcanica ancora viva, alla base della quale rivive la lingua
illirica.”
In
realtà bisogna dire che i primi linguisti del periodo compreso tra
il XIX secolo e l’inizio del XX secolo hanno basato i loro studi
esclusivamente sulle affinità di tre lingue: sanscrito, greco e
latino .Ecco perché questo problema etnico-linguistico è
rimasto senza soluzione. Non è stato tenuto conto del fatto che la
lingua pelasgica è più antica di quella greca ed addirittura di
quella sanscrita. Non si è tenuto conto neanche dell’ influenza
della lingua pelasgica nella formazione di lingue più tardive.
Oltretutto, va considerata l’influenza che ha avuto la lingua
illirica nelle lingue balcaniche.
Liberamente
tratto dal libro, Albanie ou l'incroyableodyssée d'un
peuple préhellénique dell’autore Mathieu ArefQuesto articolo è una gentile concessione dell'autore del seguente blog: http://eltonvarfi.blogspot.it/2010/03/la-lingua-albanese.html
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| La copertina del libro |
(Tofik Freedom)

Molto interessante!
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